Lo scriptorium era il luogo in cui i monaci copiavano i manoscritti antichi. E' grazie alla loro opera che noi oggi abbiamo moltissime opere delle epoche precedenti al Medioevo e possiamo ricostruire la storia del passato.
Solitamente gli amanuensi decoravano la prima lettera della parola con cui iniziava una pagina, fungendo da illustrazione.
Bisogna anche ricordare che molte opere sono andate perdute, distrutte per sempre in seguito ad incendi, saccheggi e devastazioni.
Ma anche delle opere che ci hanno lasciato non siamo certi. E se gli originali fossero stati diversi?
Non lo sapremo mai.
Sappiamo infatti che gli stessi monaci operarono delle modifiche ai testi: talvolta gli amanuensi non capivano quanto scritto, a volte correggevano o commettevano errori, a volte poi non erano d'accordo con la pagina che dovevano copiare!
Così operavano delle modifiche e qualche opera addirittura non veniva considerata degna di essere riprodotta, solitamente per motivi religiosi.
Nel romanzo scritto da Umberto Eco, Il nome della rosa (da cui è stato tratto il film a cui appartiene il video qui sotto proposto) troviamo dei monaci alle prese con un volume che non possono e vogliono riprodurre: si tratta del secondo libro della Poetica di Aristotele che affrontava il tema del comico e del riso.
Intorno a questo libro misterioso si svolge il romanzo giallo di Eco, di ambientazione storica medievale.
Attività:
Guarda il video con attenzione: quali oggetti usati dall'amanuense sono presenti? Scrivili sul quaderno.
Focus:
La miniatura (Enciclopedia dei Ragazzi) Treccani
Gli amanuensi...oggi. Una ricostruzione del procedimento per realizzare la pergamena su cui si scriveva.
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